Subito prima di Natale, la ghirlanda selvatica

La gioia del Natale in un bellissimo cerchio imperfetto.

La magia dei prati d’inverno

Credo non esista per me nulla di più rigenerante che indossare gli stivali di gomma, prendere un cesto, armarmi di coltellino e forbici e camminare fra i prati. Erbe spontanee in primavera, funghi in autunno… Ma anche l’inverno offre i suoi doni.

Certo, a volte c’è un po’ da “avventurarsi” in luoghi più della Natura che nostri, sporcarsi, impigliarsi in qualche ramo o fare attenzione a non scivolare. Vale però la pena percorrere ogni passo, fra sfumature e bellezza da catturare avidamente con gli occhi (e con la fotocamera quando si può).

Il silenzio, un vellutato tappeto di erba secca, l’aria pungente che pizzica le guance e la punta del naso… E poi ecco i colori che stavo cercando! Un roveto tinto di rosso dalle prime gelate. Sognando cespugli di biancospino, corbezzolo e rosa canina o magari un melo selvatico, per quest’anno sarà invece proprio lui a portare un po’ di rosso per la mia ghirlanda di Natale.

Il raccolto

Ne raccolgo qualche rametto, anche se ho scordato a casa i guanti da lavoro; per fortuna le spine sono piccole e facendo attenzione non faranno male.

Poco più avanti le leggere piume di un canneto oscillano al vento e un giovane platano, nato spontaneamente lì vicino, è carico di fiori, _sferette legnose che si prestano a confezionare decorazioni a tema invernale e natalizio_. Si prosegue poi con l’edera rampicante, sempreverde e dalle foglie piccole e variegate. Anche qualche rametto secco donerà forme e volume, oltre a ricordare che l’inverno sta per cominciare.

Dal giardino raccolgo alloro, rosmarino, e lavanda dalle foglie argentate. Mi procuro, infine, sette flessibili rami di edera comune da circa 1 metro ciascuno. Una volta tolte le foglie (che poi riutilizzerò), serviranno ad intrecciare la base della ghirlanda.

La ghirlanda

Spine, sempreverdi e qualcosa di colore rosso è ciò che non può mancare nella ghirlanda natalizia. Significati antichi, che ricordano l’eternità, la speranza, la fede, l’indissolubile legame fra terra e cielo.

Si può andare da un buon fioraio e comprare il necessario o addirittura portare direttamente a casa una bellissima ghirlanda già confezionata ad arte da mani meravigliosamente esperte… Ma si può anche scegliere l’asimmetria, l’imperfezione, ci si può immergere in una camminata al freddo degli ultimi giorni di autunno. Meditare, concentrarsi sugli attimi, esserci, osservando il mondo che ci circonda e diventandone profondamente parte.

Uno dei rami dell’edera, quello più lungo, viene fissato con poco fil di ferro a formare un cerchio. Ciascuno potrà sceglierne il diametro e attorcigliare il restante ramo attorno al cerchio appena realizzato. Non sarà perfetto, ma alla fine la ghirlanda sarà comunque tondeggiante e bellissima.

Si attorcigliano quindi attorno a questa base gli altri rami, fino ad ottenere una struttura più piena e rigida. Altri pezzi di fil di ferro verranno posizionati ai quattro punti cardinali per fissare meglio tutto quanto.

Con le erbe raccolte si formano quindi dei mazzolini, combinando forme e colori a proprio gusto. Anche le grandi foglie dell’edera non andranno sprecate e anzi saranno molto utili in questa fase. Ogni mazzolino potrà quindi essere fissato con un elastico, di quelli piccoli piccoli per le treccine, e poi fermato sulla base della ghirlanda con fil di ferro stretto bene.

Alla fine si potranno incastrare i rametti, le piume delle canne e fiori secchi fra gli spazi, oppure fissare i fiori del platano o fette di arancia essiccata con degli stecchini di legno. Molti in queste fasi usano la colla a caldo, ma a me onestamente non piace molto…

Inutile dire che alla fine delle feste tutto il materiale che si può, come il fil di ferro e gli elastici, verrà recuperato, mentre la ghirlanda sarà totalmente compostabile, tornando alla Natura e nel ciclo della vita.

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