Noccioli in fiore, centocchio e Soda bread

“Comunque il vento continua a soffiare…”

Seguendo il flusso

Quando ho cominciato a scrivere questo blog mi sono data due regole soltanto.

  • La prima, impegnarmi a pubblicare un post a settimana, in uscita la domenica salvo poche eccezioni.
  • La seconda, cercare il più possibile di seguire il flusso degli eventi senza complicazioni o forzature inutili.

Fra i miei appunti di vita semplice ho deciso anzi di lasciare uno spazio proprio per momenti come questo, con il Carnevale alle porte _anche se non credo quest’anno gli darò troppo peso_ e i mille progetti del periodo rimandati per tutta la serie di “congiunzioni astrali” del caso.

Scegliere di condividere le proprie esperienze credo che in realtà debba passare anche da questo, dall’accettare che a volte è più importante fermare il lavorìo della mente e concentrarsi su ciò che la vita di tutti i giorni ha da offrire, senza caricare le giornate di aspettative o imposizioni spiacevoli.

Semplicemente seguire il flusso naturale delle cose restando in ascolto e vedendo cosa succede.

Il sussurro dei noccioli

Non crediate, non è sempre facile neppure per me, ma nel mio perenne stato di ansia, ancora una volta la campagna si è rivelata una medicina formidabile.

L’aria fresca nei polmoni da inspirare avidamente, il fruscio dell’erba, l’incontro con una splendida ghiandaia… E poi ecco fra gli alberi ancora spogli i noccioli carichi di fiori.

Fiori molto diversi da quelli della primavera e dell’estate, cui il nostro occhio è di gran lunga più allenato, ma pur sempre fiori.

Vistosi per la loro particolare forma sono quelli maschili, gli “amenti“; di gran lunga più piccoli quelli femminili, simili ad una gemma se non fosse per un ciuffetto color porpora sulla sommità.

Ai fiori del nocciolo però non importa essere sgargianti e neppure profumati. A loro, infatti, non serve attirare gli insetti per l’impollinazione poiché tutto ciò che fanno è semplicemente abbandonarsi al vento di metà inverno. Saranno infatti le correnti a trasportare il polline da una pianta all’altra, assicurando comunque la crescita dei frutti, le nocciole.

Abbandonarsi al vento senza giudicarsi, con la fiducia che in un modo o nell’altro le cose andranno come devono e saranno perfette esattamente così. Non penso esista lezione più adatta al momento e me l’hanno sussurrata loro.

I tappeti di centocchio

Sebbene nell’orto ci sia ancora qualche ortaggio fresco e in dispensa non manchino di certo i funghi e le zucche, il giro di boa dell’inverno segna il momento in cui iniziare a gestire le scorte con più attenzione. A inizio primavera la stragrande maggioranza delle piante invernali avrà infatti concluso il proprio ciclo, mentre quelle estive ancora non lo avranno iniziato.

È in questi momenti che la Natura viene in soccorso con le erbe spontanee, di cui però non posso definirmi esperta… Cerco piuttosto di focalizzare le specie che riconosco con assoluta certezza e raccogliere quelle, in modo da non correre rischi inutili e non fare danni all’ambiente circostante.

In questo periodo una delle erbe più abbondanti nei dintorni è il centocchio, una pianta strisciante che adora il terreno umido, formando nelle zone in penombra dei veri e propri tappeti morbidi e rigogliosi. Le foglioline piccole e tenere, da raccogliere prima della fioritura, hanno una consistenza deliziosa e ricordano il sapore dei piselli.

È buonissimo crudo nelle insalate oppure assieme alle noci per farci il pesto, o ancora nelle zuppe, purché messo proprio alla fine della cottura per non disperderne le proprietà.

Giusto in questi giorni l’abbiamo adorato in una confortante minestra di grano saraceno con cavolo cappuccio, piselli e zucca. Una delle tante semplici delizie della cucina di casa in inverno.

Per fortuna che c’è il Soda bread

In questa settimana fatta di tanti impegni e giornate alla rovescia, anche rinfrescare il lievito madre e preparare il pane è stato impossibile. Per fortuna però esistono ricette proprio belle, furbe e pratiche, adatte a circostanze come queste, tipo quella del Soda bread, il pane irlandese fatto con il bicarbonato e il latticello.

Il latticello, molto comune nella cucina anglosassone è un sottoprodotto della lavorazione del burro. Può essere però sostituito dal siero del latte _un ottimo modo per sfruttare quello che rimane dall’autoproduzione del formaggio_ oppure da una miscela di acqua, yogurt bianco e succo di limone.

Fare il Soda bread è facile e non richiede né tempi di attesa, né strumenti o una manualità particolare, anzi! Si impasta in ciotola per pochissimo tempo e poi si cuoce subito in forno caldo, senza bisogno di lievitazione.

In alternativa al forno, che preferisco accendere il meno possibile, si può usare anche il fornetto Versilia, un oggetto un po’ vintage, che permette di sostituire il forno elettrico con il semplice fornello a gas.

Soda bread: In una ciotola pesare 200 g di farina tipo 1 e 300 g di farina integrale, aggiungere 2 cucchiaini rasi di sale e 1 cucchiaino raso di bicarbonato. A parte miscelare 150 g di yogurt bianco con 200 g di acqua e il succo di mezzo limone. Incorporare il liquido ottenuto nelle polveri e impastare velocemente quindi trasferire l’impasto nel fornetto Versilia precedentemente unto e infarinato. Cuocere coperto nella fiamma piccola del fornello per 35 – 40 minuti. *Per la cottura in forno: Formare una pagnotta, porla in una teglia rivestita di carta forno, cuocerla subito a 180°C per 35 – 40 minuti.

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